Partendo dalla conoscenza dei Propri Limiti e Potenzialità grazie alla Meditazione Analitica
“Un Leader, per esempio, non può controllare al meglio le proprie emozioni se ne ha una consapevolezza scarsa o nulla. E se le sue Emozioni sono fuori controllo, la capacità di gestire i rapporti con gli altri ne soffrirà.” D. Goleman – Essere Leader
Il punto di partenza, come affrontato nei precedenti Post, è il grado di consapevolezza di sé che è necessario acquisire anche attraverso esercizi di meditazione analitica. Ma cosa è la Meditazione analitica ed in cosa si differenzia rispetto alla Meditazione Concentrativa (quella, diciamo così, un pò più conosciuta).
Come Meditare : Luogo e Posizione
Dal punto di vista dell’approccio in termini di predisposizione mentale e “posizione” fisica e luogo, è sostanzialmente uguale. Sia nell’uno che nell’altro caso è preferibile (perlomeno all’inizio della propria pratica) trovare un luogo tranquillo e sedersi su un cuscino che mantenga, una volta incrociate le gambe, le ginocchia comodamente appoggiate a terra circa 40 cm. più in basso rispetto al bacino. La posizione della colonna vertebrale deve essere assunta pensando ad una pila di monete posizionate una sull’altra. Quindi porre la lingua leggermente appoggiata al palato e mantenere gli occhi socchiusi. IMPORTANTE : è necessario trovarsi a proprio agio, verificare con molta cura che la posizione assunta non provochi dolori poiché tale situazione distoglierebbe l’attenzione dalla Pratica.
Differenza tra Meditazione Concentrativa e Meditazione Analitica
Nella meditazione concentrativa, che affronteremo in seguito, l’attenzione si pone sul respiro con l’obiettivo (ma non solo ovviamente) di eliminare i “rumori” derivanti dalle nostre afflizioni. La meditazione analitica – una volta acquisita una adeguata calma mentale passando sempre dal controllo del respiro – pone l’accento sull’analisi di aspetti legati alla consapevolezza “vigile” dei propri aspetti caratteriali.
Prendere ad esempio un evento – positivo o negativo – affrontato durante la giornata ed analizzarlo evitando di passare da un coinvolgimento emotivo.
Osservare i propri pensieri ed esercitarsi a mettersi nei panni degli altri
Meditare analizzando l’evento accaduto dal proprio punto di vista, quindi sforzarsi di osservare se stessi dal punto di vista dell’altro per poi passare all’osservazione di se stessi e dell’altro come se si fosse un osservatore esterno, un terzo soggetto non coinvolto nell’evento.
Come la Consapevolezza di sé “impatta” su un Leader o un Manager
La percezione che i dipendenti hanno del “clima aziendale” dipende per il 50-70 % dalle azioni di un’unica persona : il Leader (fonte “Managerial Style as Behavioral Predictor of Organizational Climate – Boston – McBear & C – 1996).
L’abilità quindi di un Leader o un Manager di gestire le proprie emozioni attraverso una adeguata consapevolezza di sé non è un affare che investe esclusivamente la sfera privata, ma diventa elemento essenziale per il successo di una Azienda o anche solo di un singolo progetto.
Guglielmo Margio