Smart Working

Siamo davvero pronti?

Ecco la definizione di ciò che significa Smart Working:

“Il lavoro agile (o smart working) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività.” Fonte Ministero Lavoro

Ma quanto Azienda e dipendenti sono pronti ad affrontare questo cambiamento epocale?

Conciliare i tempi di Vita e Lavoro e favorire la Produttività

A mio avviso i tempi sono maturi, la consapevolezza che il lavoro sia fondamentale nella vita di una persona ma non sia l’unica attività a cui dedicarsi è sintomo di progresso etico.

Ciò che va oggi affrontato è il passaggio precedente: se voglio procedere in questa fase di cambiamento è necessaria una altissima capacità di autogestione da parte delle persone. Di contro si impone, da parte delle Aziende, un grande atto di fiducia verso i propri dipendenti.

Come avvicinarsi quindi (gradualmente) allo Smart Working?

Ritengo sia necessario un processo formativo su cui gettare le fondamenta di questo cambiamento.

Il personale dovrà essere coinvolto emotivamente nel cambiamento attraverso apposite sessioni di formazione in Azienda che spieghino il processo. Ma non solo. Sarebbe utile dedicare in Azienda momenti di incontro che aiutino a sviluppare la capacità di autogestione, L’ autostima e la concentrazione.

Diversamente, quanto annunciato da questo cambiamento potrebbe risultare un boomerang.

E le Aziende (con i propri Manager)?

Anche all’Azienda si impone un processo di formazione soprattutto diretto ai propri manager ed ai Responsabili delle risorse umane. Diversamente il rischio potrebbe essere una percezione distorta del processo. In che senso? Pensate ad un Manager che invia e-mail fino alle 11.00 di sera o la domenica mattina. Dal suo punto di vista potrebbe non esserci nulla di male!

La sua visione di Smart Working potrebbe non coincidere con quella delle risorse gestite.

Oppure ancora, pensate al titolare della piccola impresa che, non avendo totale fiducia nei propri collaboratori, tenda ad assumere atteggiamenti controllo serrato sulle attività dei propri dipendenti.

Che fare?

Di certo non arretrare! È ovvio che ogni cambiamento porta con se incertezze e difficoltà iniziali ma di sicuro superabili.

L’importante è non procedere appiccicandosi addosso una etichetta (da Azienda “Smart”) senza aver definito un processo formativo adeguato.

Come è ovvio che io pensi, considerato il mio blog, talune tecniche di meditazione e sessioni di formazione per lo sviluppo del quoziente emotivo, sono fondamentali!

A voi la scelta (che siate Azienda, Dipendenti, Manager o Imprenditori)

Guglielmo Margio

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