Diversità + Intelligenza Emotiva = Più Successo

Di Daniel Goleman

Pensa alla tua squadra per un minuto. Sono tutti più o meno uguali ? Tutti hanno un background, punti di forza e debolezza simili ? Ovviamente no. In effetti, sarebbe disastroso se fosse così. Immagina se tutti quelli con cui collabori portassero le stesse esperienze sul tavolo. Si può essere prodigiosi in una o due applicazioni, ma non oltre.

I team ad alte prestazioni sono dinamici e in grado di affrontare le sfide sempre più complesse che i progetti e le aziende richiedono. Ma c’è più contenuto nella produttività che solo nelle abilità tecniche.

L’interazione di punti di vista può essere molto più importante per il successo di una squadra rispetto alle loro abilità. Squadre vibranti, in cui i punti di forza sono accentuati e le debolezze compensate, possono derivare dalla ricerca di diversità e inclusione da parte del manager.

Le nostre identità sono composte da innumerevoli esperienze, da elementi complessi come razza, genere e spiritualità. Sono occhiali attraverso cui interpretiamo il mondo. Danno forma alle esperienze che portiamo nelle nostre vite personali e professionali, influenzando il lavoro che svolgiamo ed il come e perché “performiamo”.

Secondo il recente studio di Korn Ferry, ad esempio, le donne CEO hanno lavorato più duramente per ottenere dove sono ed evidenziano fattori di motivazione diversi rispetto agli uomini in posizioni comparabili, tra cui l’apprendimento permanente e il raggiungimento di una vasta prospettiva aziendale. Questi sono fattori chiave di differenziazione che i leader devono tenere a mente: in questo caso, la diversità nella motivazione.

Tra le sfide che un manager dovrà superare ci sono i pregiudizi nascosti che tutti abbiamo. Su base giornaliera, anche i leader gentili e di talento possono dimostrare involontariamente le “micro-ingiustizie”, come commentare inutilmente l’operato di un pari grado in modo da sminuirlo, oppure avere atteggiamenti di sufficienza verso un dipendente più giovane attraverso un’eccessiva semplificazione del confronto.

Affrontare questi pregiudizi subcoscienti richiede l’introspezione e uno sforzo per sviluppare l’auto-consapevolezza e l’empatia. Quanto più siamo in grado di entrare in empatia con i nostri colleghi e membri del team – accogliendo il loro punto di vista – meglio possiamo sfruttare la loro esperienza e talento applicando il tutto a una sfida di business.

Le ricerche condotte da Melissa Schilling e Christina Fang hanno rilevato che la diversità di pensiero è un fattore predittivo affidabile dell’innovazione e del successo aziendale. Persone differenti portano una vasta gamma di idee, abilità e personalità. Hanno prospettive uniche. Sfruttare l’eterogeneità nella razza, il genere e la miriade di altri fattori che rendono le persone differenti le une dalle altre può offrire un reale vantaggio competitivo. L’assemblaggio deliberato e ponderato di team diversi ed inclusivi porta pensieri, idee e punti di vista che altrimenti non sarebbero mai considerati.

Ma può essere scomodo riconoscere i propri pregiudizi, in particolare quelli inconsci. Queste sono dure verità da affrontare e necessitano di un alto grado di consapevolezza di sé. Aggiungi il tutto all’empatia e al lavoro di squadra, ed emerge una ricetta per costruire squadre più forti nella loro ampiezza di conoscenze e punti di vista.

Daniel Goleman – Fonte http://www.kornferry.com – Traduzione ed interpretazione di Guglielmo Margio

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