…iniziare a coltivare l’arte del non fare niente.
Ore 5.28 del mattino. Suona la sveglia ed apro gli occhi pronto per essere immediatamente operativo, come ogni singolo giorno. La mia mano cerca lo smartphone sul comodino: diamo una occhiata alle notifiche? Certo…Facebook, Twitter…quanti lettori avrà avuto il mio ultimo Post sul Blog?
Stop…aspetta…
Mi ricordo che è il mio giorno di riposo. Panico iniziale…poi un minimo di consapevolezza si fa strada ed inizio a ricordare come si pratica l’arte del “non fare niente”. Respiro, chiudo gli occhi ed elimino dalla mia mente il susseguirsi di progetti che caratterizzeranno la mia giornata. Non programmo, rallento…mi fermo. Shhhhh…silenzio, devo creare silenzio nella mia testa.
Il mio pensiero vaga, non mi arrabbio ma lo riporto sul respiro. Come una palla quando si gioca in piscina: la porti giù e se la lasci andare tende ovviamente a risalire…allora la porti giù di nuovo. E ancora, e ancora…sino a quando non ti ci siedi sopra e ti lasci galleggiare.
Si impara con il tempo l’arte di non far niente e mi piacerebbe che anche tu iniziassi ad apprezzare anche solo una minima parte di questa pratica. Io continuo ancora oggi a studiarla, perché tende a sfuggirti di mano nel turbine del caos quotidiano. Nel caso questa nobile arte ti fosse già nota probabilmente non ti servirà a molto questo Post ma, se così fosse, mi piacerebbe che mi fornissi i tuoi consigli nei commenti. Cominciamo dall’inizio…
Felicemente Incasinati
Mentre proviamo a convincerci che sarebbe bello fermarsi ogni tanto, pensiamo sempre : “beato chi lo può fare!” Dimmi la verità, magari lo stai pensando anche tu adesso leggendo questo post. La verità, caro amico o amica, è che ci hanno inculcato il concetto che il “non fare niente è negativo”. Se sei genitore puoi anche comprendere quanto disagio si possa provare quando ti chiedono :”Tuo figlio cosa fa?”. Risposta: “Che deve fare? Ha 12 anni…va a scuola!”. E l’altra : “Si ma oltre la scuola…non fa niente?”. E vieni assalito dai sensi di colpa.
La verità è che più cose facciamo, più diminuisce la qualità della nostra vita…
Ma questo non è, ovviamente, il “sentire” comune. Ciò che generalmente si pensa è che se non facciamo nulla non generiamo ricchezza. Infatti se iniziamo a praticare un minimo di pigrizia non ci colleghiamo ad Amazon per comprare, non frequentiamo una palestra e di conseguenza non acquistiamo tutta l’attrezzatura (ma una volta non si usava solo una tuta?) per andarci. Non iscriviamo i nostri figli a Tennis, Polo, Golf, Rugby, teatro-danza…Nulla. veniamo definiti Pigri. E soprattutto, se non facciamo nulla, diventiamo pericolosi…perché nel fermarsi, si rischia di iniziare a pensare. A se stessi, ad osservare gli altri, a ciò che ci circonda.
Fermarsi significa iniziare a familiarizzare con la propria mente
La vera palestra che invece va frequentata con maggiore impegno è proprio quella del fermarsi. Non avere quindi vergogna di non essere indaffarato. Camminare, anziché avere un passo spedito, non delinea necessariamente una persona pigra. Osservare il mondo che c’è all’esterno, guardare fuori dal finestrino dell’auto o del treno – anziché essere incollati al proprio smartphone – non è da “sfigati”.
Chi non si ferma ha paura della propria mente…
Io la penso così perché l’ho sperimentato. Quando, grazie alla meditazione – di base, nulla di trascendentale – ho iniziato a familiarizzare con la mia mente, sono stato assalito dalla confusione. Fermarsi ti dà immediatamente la dimensione dei tuoi limiti, di quanto “rumore” ci sia nella tua mente. E nel tempo ti fa capire quanto bisogno hai, realmente, di rallentare per sentirti meglio.
Quando osservo le persone, sul lavoro o per strada, sempre indaffarate, un pò agitate, riesco a leggere il disagio. Mi chiedo sempre: se si fermasse anche solo 20 minuti da sola, senza impegni veri o creati ad arte, senza mail da leggere sullo smartphone, senza alcun messaggio ricevuto su Whatsupp questa persona, andrebbe fuori di testa?
Per ottenere un maggiore equilibrio, rispondere con più pacatezza alle aggressioni quotidiane…devi lasciare andare. Ma è roba per gente “tosta”. Si perché, checché tu ne dica, non si ha l’abitudine a farlo. Ti hanno fatto dimenticare, quando da bambini, a volte…non si faceva nulla. Ci si incantava…e basta.
Inventati quindi una “giornata pigra”…
…O magari la tua mezz’ora di pigrizia quotidiana. Cosa devi fare? Nulla. Spegni lo smartphone (ok non lo farai…ma magari sforzati di non guardarlo per 45 minuti). Passeggia o siedi semplicemente ad osservare. Respira, sorridi (dai, adesso non prendermi per un santone…ma hai visitato il mio profilo?)…non fare nulla, perbacco!
Ti servirà molto allenamento…
…ma solo tu puoi essere il tuo Coach. nessun altro, né un bravo psicologo oppure un Blogger buddhista da strada come me…solo ed esclusivamente tu.
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