Bullismo: bisogna partire dalle scuole…

…e dare “strumenti” nuovi a studenti, genitori ed insegnanti.

Faccio riferimento ad un argomento davvero scottante ma che, allo stato attuale, rischia di essere solo un veicolo di Like o di Audience in TV. Dal mio punto di vista ciò che ci sfugge è uno dei vai rimedi tramite il quale si potrebbe affrontare il problema. Parto da una affermazione del Dalai Lama che trovo molto pratica:

“La conoscenza della mente e delle emozioni dovrebbe essere insegnata nelle scuole. Sulla base di tale comprensione possiamo diventare sani, individui felici, famiglie, comunità e società. Ma se la mente non è disciplinata, la semplice conoscenza non sarà di grande aiuto. Abbiamo bisogno di usare la nostra intelligenza per ampliare la nostra natura compassionevole di base, che dà luogo al fidarsi, la base stessa dell’amicizia-in qualità di esseri umani questo è ciò di cui tutti abbiamo bisogno.”

S.S. Dalai Lama – 3 giugno 2016

Il Ruolo degli adulti

Oggi ci “dipingono” in un modo distorto…ma noi non siamo ciò che viene rappresentato in TV…

Mi sento innanzitutto colpito in prima persona, da papà, dal modo in cui viene rappresentato il ruolo di genitore oggi. Siamo davvero tutti incollati agli Smartphone, senza alcun interesse per i nostri figli? Siamo davvero diventati tutti così egoisti? Si, probabilmente oggi abbiamo tutti, ragazzi e genitori, molte più “distrazioni”…diciamo diverse anche rispetto a “solo” 10 anni fa. E possiamo anche affermare di non essere davvero attenti a molti aspetti della crescita interiore…nostra e dei nostri figli. Ma in passato si era tutti più spirituali? Davvero si stava meglio quando si stava peggio?…Andiamo!!E chi fa il mestiere di insegnante? Vogliamo far trasparire dalle notizie che non siano competenti abbastanza? Il problema vero è che non abbiamo idea (noi che non lavoriamo nell’ambito dell’educazione) della realtà con la quale oggi si confrontano.

Qualcosa però si deve fare.

Ciò che afferma il Dalai Lama è davvero importante e potrebbe essere applicato da subito. I nostri bambini e ragazzi passano una parte importante della loro esistenza nel contesto scolastico. Non sarebbe poi così “vergognoso” strutturare delle sessioni che – attraverso il gioco ed i loro linguaggi – li aiutassero a comprendere i concetti di compassione ed empatia. Non è poi così difficile, considerato che bambini e ragazzi (perlomeno sino ad una certa età) sono naturalmente propensi (le Neuroscienze lo affermano) alla compassione.

Ma anche gli insegnanti hanno bisogno di aiuto…

Quali mezzi hanno oggi per riconoscere situazioni limite ed intervenire con consapevolezza in queste aree di comportamento? Di quali conoscenze tecniche dispongono per confrontarsi con ragazzi e soprattutto genitori difficili? Ecco, di questo oggi si dovrebbe parlare. Delle possibili soluzioni praticabili immediatamente anziché esclusivamente degli effetti di tale fenomeno.

Sarebbe quindi il caso di fornire Corsi di Formazione anche chi deve “gestire” determinate situazioni limite. Corsi che insegnino non solo a far comprendere le negatività della violenza e dell’egocentrismo…ma anche a riconoscere eventuali fenomeni per intervenire in tempo (o far intervenire chi di dovere nell’ambito della struttura scolastica)

Perché fare “Audience” è importante nella società della comunicazione…

…Ma gli strumenti incredibili di cui oggi disponiamo per comunicare e condividere dovrebbero essere utilizzati anche per decidere insieme le strategie.

La mia opinione è che si rende sempre più necessario un intervento nel contesto educativo in modo più ampio. Bisogna tener conto della realtà che oggi vivono bambini, ragazzi, genitori ed insegnanti e ristrutturare i sistemi di confronto dentro la scuola. E soprattutto i percorsi didattici da erogare.

Ampliare i contesti comuni inserendo “Materie” come l’intelligenza emotiva, la meditazione e la collaborazione attraverso “giochi” di gruppo. Creare occasione di incontro con i genitori in cui ci si confronti su questi temi. E dare formazione costante e continua agli insegnanti (oltre che supporto “morale”) che li aiuti a sviluppare le capacità di riconoscere pericoli e le competenze necessarie per intervenire con professionalità. Al Prossimo Post…

Guglielmo Margio

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