Smettere di essere troppo Duri con sé stessi…

L’autocritica troppo feroce non è positiva.

Ho “scovato” un articolo interessante sul New York Times (clicca qui per il link) che tratta un argomento complesso: l’autocritica feroce. E’ possibile che capiti di esaminare eventi passati, maturando un giudizio di sé davvero spietato. Questo è dovuto, in base a quanto affermano gli psicologi evoluzionisti, ad una predisposizione naturale. In che senso?

Siamo ancora uomini delle Caverne!

In pratica, per migliorare la nostra evoluzione (appunto) noi esseri umani siamo “programmati” a polarizzare l’attenzione sugli aspetti negativi, sulle nostre carenze ed i nostri errori.

Quindi, sin dai tempi dei nostri cari antenati cavernicoli, per salvare la “pellaccia”, abbiamo fatto esercizio di autocritica feroce. Non male per dei bipedi…non credi?

Perché siamo così duri con noi stessi?

Semplicemente perché “al fine di recuperare un errore dobbiamo prima verificare di averlo commesso” (Dr. Davidson).

Ma assegnare valori troppo negativi alle nostre esperienze, arrovellandoci su frasi come :”avrei potuto…” “Se solo avessi fatto…” e via di seguito, può avere effetti distruttivi e comportare sintomi di depressione alimentando una immagine di sé troppo negativa.

Cosa possiamo fare ?

Nell’articolo del New York Times viene utilizzato il termine auto-compassione ed io, da appassionato all’argomento, l’ho trovato molto pratico. Ti indico quindi un riassunto di quanto puoi provare a testare (ma se vuoi leggere l’articolo per intero clicca sul link).

Posso dirti che ad esempio io sono davvero poco auto-compassionevole ma questo deriva, secondo me, da una forma di educazione. Del tipo : se sei indulgente con te stesso ti rammollisci. Stupidaggine estrema. Infatti avrai certamente sperimentato che se pensi alle cose buone che hai fatto nella vita e ne provi un minimo di soddisfazione…ti ricarichi.

Quindi MITO SFATATO!

L’auto-compassione supporta la motivazione ed il cambiamento positivo.

Se ad esempio ci allenassimo a pensare a noi stessi come esseri umani fallibili, che ogni esperienza fatta (inclusi gli errori) è utile e via dicendo, non incorreremmo nella “ruminazione” (termine che mi è piaciuto tanto…perché rende l’idea) di pensieri negativi.

Quindi cosa proverò a fare da domani…

Seguendo i consigli di questo articolo, in cui vengono riportati pareri di psicologi e neuroscienziati, farò così :

1) provare ad essere più gentile con me stesso invece di crocifiggermi per le mie scelte ed alcuni miei atteggiamenti.

2) se proprio morirò dalla voglia di autocriticarmi, inizierò a farlo con un minimo di gentilezza in più. Della serie, invece di dirmi :”Non vali una cicca…e sei stato un vero…” usare frasi come “Stai facendo del tuo meglio…Tutti facciamo errori”. Non ne ho l’abitudine ma ho deciso di sforzarmi a farlo.

Ed infine…

3) mi eserciterò a guardarmi dall’esterno. Come se fossi il mio amico. In che senso? Se mai tu dovessi chiedere un parere ad una persona cara e questa ti rispondesse: “Sei davvero disgustoso e non hai speranze”, come ti sentiresti? E tu, se qualcuno ti chiedesse un parere, risponderesti mai in questi toni? Si? Oh mamma…non vorrei annoverarti tra i miei amici.

Ok ci vuole tempo.

Lo so non è facile. Lo dico a me stesso ovviamente. Certe tendenze autolesioniste secondo me si ereditano anche dai propri genitori. Ma abbiamo sempre tutto nelle nostre mani…non credi?

A me questo articolo è piaciuto, l’ho trovato un pò meno banale di altri.

Se ti va scrivi il tuo parere nei commenti, condividi…fai ciò che vuoi.

E se non lo farai…sentiti in colpa! 😉

Al prossimo Post

Guglielmo Margio

Foto dal sito Unsplash.com

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