…tu su cosa ti concentri?
Sembra un dettaglio da poco, ma è sostanziale. Può ad esempio accadere di pensare spesso :”Sono una frana, ma com’è possibile che non me ne vada una per il verso giusto?”. Ok, non la prendo da lontano: a me capita di pensarlo. Partendo da questo presupposto, se questa modalità di pensiero diventa frequente, il fatturato di molti psicoterapeuti tenderà ovviamente e meritatamente ad avere una impennata. Allora mi sono posto una domanda: attraverso quale meccanismo mentale si scatena questo ragionamento?
Anni fa lessi un libro del Dalai Lama dal titolo “L’Arte della Felicità“. In un capitolo specifico il Dalai Lama, passando attraverso il pensiero buddhista, dava una spiegazione all’origine di questi pensieri distruttivi ma soprattutto forniva anche la soluzione. Ma passiamo prima ad analizzare – in modo sintetico, te lo prometto – le cause.
L’Ottica del Tutto o Niente.
A me è capitato esattamente pochi giorni fa. Sono consapevole di attraversare un periodo di particolare tensione personale, ma non credevo di poter essere capace di avere certe reazioni. Mi trovavo in auto in una zona che non conoscevo e volendomi orientare ad occhio ( e non con Google Maps – da vero uomo delle caverne!) non riuscivo più a raggiungere la mia meta. Una situazione che in altri momenti probabilmente mi avrebbe condotto a gustarmi il panorama.
Ma in questa occasione il semplice “perdermi” per strada mi ha fatto andare fuori di testa. Mi si è annebbiata la vista e credo pure di aver urlato. L’ultima volta che l’avevo fatto avrò avuto 1 anno.
Devo dire che la cosa mi ha davvero scosso anche perché non è proprio il mio modo di essere.
Ho iniziato a pensare 💭 : “basta, sono stufo! Non ne va una dritta. Che periodo di mer…” e via con tutta una serie infinita di argomentazioni su quante stupidate ho fatto nella vita eccetera, eccetera.
Un po’ eccessivo, non credi? A me lo è sembrato dopo circa un’ora, ma sul momento? Quindi ho realizzato: “Bene, sono proprio alla frutta…”. Niente di male, ma meglio iniziare ad esserne consapevoli.
Uno Tsunami…
Quando si è soggetti all’ondata di pensieri negativi, la mente è portata a concentrarsi su generalizzazioni che portano a pensare di “non valere nulla” a causa di un esame universitario non andato bene o magari anche ad eventi più impattanti come la perdita del lavoro.
Ora, è ovvio che non sia piacevole passare attraverso queste esperienze, ma se si è particolarmente stressati anche gli eventi più banali assumono aspetti giganteschi. In ogni caso, anche se si è soggetti a momenti poco propizi, focalizzare l’attenzione solo sulle cose negative è una visione parziale della realtà.
La tendenza a concentrarsi solo su aspetti negativi, che siano piccoli disagi quotidiani o eventi di maggiore portata, viene definita da terapeuti cognitivi e dai buddhisti una visione “sostanzialmente distorta” .
Quali sono gli antidoti ?
L’approccio del Dalai Lama, che viene dettagliato nel libro, è semplicemente l’utilizzo dei pensieri positivi come “antidoti” agli stati mentali negativi. Per tornare quindi alla domanda iniziale, se capita di concentrarsi solo sulle cose negative è necessario porre rimedio. Il consiglio è esercitare la propria mente a generare pensieri del tipo : “sono stata una buona amica” oppure “ho talento per il canto”. Insomma qualsiasi cosa che non sia il denigrarsi e fustigarsi con la precisione di un boia.
E’ un metodo scientifico oltre che filosofico.
Se avrai modo di approfondire l’argomento leggendo il libro del Dalai Lama scoprirai, come ho fatto io, che non sono visioni da New Age o filosofia spicciola, ma teorie scientifiche.
In pratica il nostro cervello è un muscolo e che se viene allenato a generare pensieri di sé positivi e visioni della realtà multicolori (e non solo sfumature di nero) tende ad uscire da potenziali situazioni di over-stress o nei casi più pericolosi di scivolare in veri e propri stati depressivi.
Secondo le recenti ricerche scientifiche tutti noi siamo in grado di modificare la struttura e la funzione del cervello coltivando nuovi pensieri. L’idea, pertanto, di poter raggiungere gradualmente la felicità attraverso l’addestramento mentale è una possibilità molto concreta. Mi piacerebbe conoscere anche una tua esperienza “traumatica” come la mia…così tanto per condividere, o perlomeno sentirmi meno solo 😢😁👍
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Al Prossimo Post.
Guglielmo Margio…un buddhista per caso
😉Foto da Unsplash.com.
Libro “L’Arte della Felicità” ed. Mondadori.