Storia di una Ghianda e di come diventò un albero.
Amo gli alberi ed il verde in generale. Quando però prendi consapevolezza di non avere il pollice verde ed essere capace di far morire persino le piante finte dell’Ikea…desisti dal volertene occupare. Ho letto allora qualcosa che mi potesse aiutare e mi sono imbattuto in un aneddoto. Ovviamente mi ha portato da tutt’altra parte spingendomi ad una riflessione.
Per fare un albero, ci vuole…
Chi ha la mia età avrà iniziato a canticchiare il motivetto…ma non è questo lo scopo del post. Ho letto che ad esempio una ghianda germogliata ha in cima delle foglioline che si proiettano verso l’alto ed una rete di sottili fili bianchi (le radici) che vanno verso il basso. Sin qui tutto regolare. Quello che è stupefacente però è che alcuni semi, specie se di alberi, germogliano solo in seguito a particolari shock. Quindi o molto freddo oppure molto caldo e, incredibile a sentirsi, grazie ad un impetuoso incendio. Le ghiande ad esempio hanno bisogno di una gelata per procedere nella crescita. Quindi è solo grazie ad un vero e proprio evento atmosferico “traumatico” che sorge la storia interessante della ghianda. Diversamente rimane un insignificante seme spesso ingurgitato da simpatici maialini.
Il grande incendio del Parco di Yellowstone.
Una storia racconta che un tizio, recatosi in visita al parco, vide una moltitudine di mini alberi su una distesa sterminata di terreno. Quando chiese ai Rangers come era possibile che fossero stati piantati tutti quegli alberi da mano dell’uomo (ci sarebbero voluti anni) questi sorrisero.
La spiegazione fu che c’era stato un enorme incendio e che avevano atteso che si spegnesse da solo. In questo modo migliaia di alberi vecchi finirono la loro esistenza in modo naturale e – punto cruciale – si fecero germogliare le pigne cadute nella foresta.
Quel meraviglioso spettacolo nasceva da ceneri! E aveva la luce e gli spazi giusti per potere svilupparsi e prosperare.
Siamo tutti un pò ghiande.
A questo punto può essere divertente fare un parallelismo, trovare analogie con quello che siamo. In fondo si è tutti un pò ghiande. Abbiamo una scorza dura che ci avvolge, veniamo spesso “fregati” dal nostro ego e dalle convinzioni. Siamo rigidi ed un pò disillusi, a volte un pò troppo sicuri delle nostre convinzioni, del nostro modo di vedere la vita. Questa scorza però si incrina. Quando succede tutto questo?
La corazza si rompe nel momento in cui un evento destabilizzante si presenta nella propria vita. E quando emerge, in genere con una certa violenza e senza preavviso, un motivo che porta sofferenza…avviene il cambiamento. Nasce qualcosa di nuovo, qualcosa di fresco che sviluppa radici da una parte e tensione verso l’alto dall’altra.
Non si diventa quercia in un giorno solo.
Da ghianda a quercia ne deve passare di tempo. E la crescita non è legata solo a questo, ma anche alla pioggia, al vento e persino alle tempeste che aiutano a crescere e diventare solidi.
Perlomeno questo può essere un punto di vista…a me è capitato, per me è stato così. E per diventare una quercia, sono certo che avrò modo di vedere passare ancora molti uragani.
Al Prossimo Post.
Guglielmo Margio
RINGRAZIAMENTI
Foto tratte dal sito Unsplash.com
Post ispirato al libro : Il Buddha Geoff e Io