Il Potere delle Parole.

“Non abbiamo bisogno di parole per sopravvivere, ne abbiamo bisogno per vivere” – J.K. Stefansson.

Ci sono volte in cui sembra che il collegamento tra il nostro cuore, il cervello e le parole che diciamo sembrano essere scollegati. Come aprire gli argini di una diga, senza preavviso, può capitare che travolgano noi stessi e le persone che ci circondano. Si tende a dare poca importanza agli effetti che possono avere e si procede, una volta proferite, come se la loro consistenza sia della stessa natura della sua origine: la voce. Suoni, null’altro.

Non rimane una traccia scritta, a meno che non si decida di farlo, ma è come un aratro che una volta lasciato il solco consente la crescita dei frutti seminati. Sono semplici suoni, che accostati ci aiutano ad esprimere concetti e stati d’animo. Ma come la musica che, composta da tonalità ha la capacità di lasciarci emozioni, anche le parole riportano alla mente emozioni e vengono ricordate, si fissano nella memoria di ognuno. E possono essere richiamate dalla nostra mente in qualsiasi momento, riportando alla luce le emozioni che hanno suscitato nel momento stesso in cui le abbiamo ascoltate.

Eppure è difficile averne il controllo, ci capita spesso di ripensare a ciò che abbiamo detto in una determinata occasione, facendoci pensare : “forse avrei fatto meglio a dire…”, oppure ancora “Se solo avessi…”. Suoni senza i quali saremmo incapaci di vivere, di far comprendere agli altri cosa siamo, cosa proviamo. La consistenza non risiede nella loro natura, che è effimera e sparisce un attimo dopo averle pronunciate, ma rimane nella memoria. Un colpo di scalpello su una scultura in continuo divenire, la nostra esistenza.

Le parole hanno il potere di riportare in vita chi non c’è più, di far tornare bambini, di migliorare o peggiorare la vita personale e degli altri. Eppure, come detto prima, sono semplici suoni. Possono farci ridere o piangere, ci fanno comprendere il momento in cui viviamo o ricollegarci al passato. Possono aiutare qualcuno oppure distruggerlo, oppure ancora possono non servire a nulla.

Ho appena finito di leggere un libro di Jon Kalyan Stefansson, “Paradiso e Inferno”, in cui viene descritto con grande maestria il potere delle parole.

“Le parole possono abbattere gli dei, possono salvare la vita e annientarla. Le parole sono frecce, proiettili, uccelli leggendari all’inseguimento degli dei, le parole sono pesci preistorici che scoprono un segreto terrificante nel profondo degli abissi, sono reti sufficientemente grandi da catturare il mondo e abbracciare i cieli, ma a volte le parole non sono niente, sono stracci usati dove il freddo penetra, sono fortezze in disuso che la morte e la sventura varcano con facilità.

Sarebbe meglio usarle sempre con consapevolezza, per aiutarci ed aiutare, per dare colore alla vita, per renderla armonica come una melodia. Per farlo può venirci in aiuto solo la consapevolezza, un minimo di controllo e la capacità di comprenderne gli effetti.

Al Prossimo Post.

Guglielmo Margio.

Foto mie e dal sito Unsplash.com

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