Che significato diamo al Tempo?
Il concetto di tempo è una delle cose più soggettive che esistano nella vita di un uomo. Il tempo trascorso con qualcuno può essere per una persona troppo poco ma per l’altra eccessivamente lungo. Oppure il tempo dedicato a se stessi che è sempre limitato, quello dedicato agli altri idem, o quello dedicato al lavoro che dal punto di vista dell’azienda è davvero esiguo. Veniamo sparati a 300 kilometri orari su treni ad alta velocità per risparmiare il tempo. Ma in che salvadanaio vanno a finire le ore guadagnate? Una settimana di vacanza sembra breve, ma quella che la precede ha la consistenza di anni. Tempo, soggettività e percezione non si sposano bene, come marito e moglie che non vanno d’accordo ma sono costretti a convivere.
Il tempo me lo immagino come un signore distinto, intorno alla sessantina, una di quelle persone di cui ti accorgi per l’educazione nei modi e nelle parole. Uno di quelli che non si fa notare e che tu dimentichi di avere accanto. Poi viene un giorno in cui bussa alla tua spalla e ti comunica alcuni traguardi. Niente di grave, per il momento, ma semplici tappe.
Quando i tuoi figli erano piccoli non avevi molto tempo da dedicargli perché preso da impegni professionali o, perché no, anche da svaghi. Poi un giorno “Mr. Time”, lo chiamerò così da ora in poi, mentre sei assorto nelle tue attività quotidiane, ti tocca sulla spalla con delicatezza. Tu volti lo sguardo e lui, sorridendo con tenerezza, dà tra colpettini sul suo orologio d’oro, come ad indicare qualcosa che non afferri nell’immediato ma che, non appena ti viene fatto presente, ti procura un tuffo al cuore.
Mr. Time non è cattivo, semplicemente passeggia accanto ad ognuno di noi senza disturbare, come a voler far sentire la sua presenza sperando che qualcuno se ne accorga. E’ inglese, non si sognerebbe mai di interferire o ancora peggio di sembrare invadente. Ma Mr. Time, che probabilmente non ha compreso esattamente con chi ha a che fare, quasi mai ottiene l’attenzione sperata. E da buon inglese, alle ore 17.00, prende un the in attesa del giorno successivo.
Nessuno è obbligato a dar conto a Mr. Time, ma ci sono dei momenti, nella vita di ognuno, in cui lui, facendo violenza alla sua stessa natura, deve dare un colpetto sulla spalla ed indicare il suo quadrante dorato. Non è tenuto a fare altro ma per Mr. Time, riservato com’è, rappresenta un momento terribile. Deve farlo ed in alcuni casi, suo malgrado, anche parlare, addirittura alzando il tono della sua voce.
Ho conosciuto Mr. Time intorno ai quarant’anni. Prima era come se per me non esistesse. In più di una occasione lo avevo intravisto, ma non me ne ero curato. Oggi per esempio, sotto un grande grattacielo ricoperto di piante, all’ombra di decine e decine di piani di uffici dalle finestre a specchio, mi ha bussato. Non mi ha sorpreso più di tanto, a dire il vero mi aspettavo di rivederlo, come quando si ha la sensazione che stia per succedere qualcosa e poi accade. Ti è mai capitato? Credo capiti a tutti, nulla di speciale.
Mr. Time, come è solito fare con tutti, mi ha sorriso, mi ha mostrato il quadrante del suo orologio d’oro e, dando i suoi ormai famosi tre colpetti, con il mento mi ha indicato qualcuno. Quel qualcuno era proprio accanto a me ed era mia figlia. Nel momento stesso in cui l’ho guardata non mi sono subito reso conto ma, nel voltarmi verso colei che sino a pochi anni fa era la mia bambina, ho capito. Nulla di trascendentale, ma semplicemente che è diventata grande. Autonoma, indipendente e soprattutto alla ricerca della propria strada. Ottimo direi, ma un tuffo al cuore.
Ho provato a girarmi nuovamente verso Mr. Time per cercare conforto, magari provando a corromperlo per riportare un pò indietro le lancette dell’orologio. “Non si può essere sempre così precisi, eh che caspita…!”, ho pensato, ma Mr. Time non era più accanto a me. Era vicino ad una persona anziana, seduta su una panchina, proprio sotto la medesima ombra che rinfrescava me e la mia bambina diventata adulta. Non si può certo dire di lui che sia affidabile. Volti lo sguardo ed è già andato via.
Mi sono ripromesso di ricontattarlo ma so già che sarà molto difficile, non è sua abitudine lasciare recapiti e non ha profili Instagram o Facebook. Quando busserà alla mia spalla un’altra volta, sarò probabilmente distratto come capitato in precedenza?
Al Prossimo Post.
Guglielmo Margio