Approfittare di ogni singolo momento.
Aspetto su una banchina. Inizia a fare freddo e tengo le mani dentro le tasche, non è una posizione tipica da meditazione. L’aria che si poggia sulla mia faccia mi tiene sveglio. Posso approfittarne. I momenti per fermarsi sono davvero pochi, a volte è folle pensare che durante la giornata sia possibile dedicare un momento a sedersi con gli occhi socchiusi. “A che serve?”, mi chiedo, “potrebbe non essere utile”. Poi ricordo quanto mi sia servito quando lo facevo con una certa regolarità. Ritrovo una buona dose di energia.
Rubare momenti alla routine quotidiana può far sentire appagati. E’ come se la nostra vita non ci appartenga e nel momento in cui si riesce a dedicarsi a se stessi riemerge la gioia di quando si era bambini. “Approfittare di ogni singolo momento”, ripeto a me stesso, quindi, anche se in piedi, al primo freddo del mattino, con le mani in tasca, socchiudo gli occhi. Penso :”Se qualcuno mi scopre, considerato l’orario, penserà che io stia dormendo. E poi è ancora buio, ognuno è assorto ancora nei sogni appena lasciati, chi vuoi che se ne accorga?”. E poi ancora, chi se ne frega.
Occhi socchiusi, mani in tasca, inizio a regolare il respiro. “Aria pungente”, penso, poi mi sforzo di non farmi distrarre. Riportare la mente sul respiro, niente altro. Quanto volte lo avrò sentito dire? E pure ogni volta è così difficile. La mente viaggia, si accavallano immagini e pensieri spesso slegati. E’ questo che ci frega. Abbiamo menti troppo “discorsive”, dialoghi interiori continui di cui non ci accorgiamo. Si fa l’abitudine a tutto, figurarsi a se stessi. E poi ci vuole qualcuno che ci indichi che la mente, così affollata, rappresenti un difetto, un limite alla serenità.
Meditazioni Metropolitane, è l’unico lusso che ci si può concedere, a costo zero, come si ama dire oggi. Ogni angolo di città è un cuscino su cui sedersi. Non puoi acquistare su Amazon il momento magico in cui, eliminando il chiacchiericcio dalla tua testa, si gusta l’attimo presente. Tu, il respiro, la mente che galleggia in un vuoto che è l’origine di ogni cosa. Non appena si coglie quell’attimo è come una droga: non riesci più a farne a meno, vuoi ripetere l’esperienza, inizi ad averne bisogno. E nel contempo lo dimentichi con facilità, non ne fai un’abitudine, rientri nel vortice e vieni risucchiato come acqua dentro un tombino.
Non resta quindi che approfittare di ogni singolo momento, diventare professionisti del rubare attimi, del sottrarre frammenti di silenzio nel caos. In ogni momento, in ogni luogo.
Al prossimo Post.
Guglielmo Margio.
Foto dal sito Unsplash.com