Parole come Muri.

Isolamenti volontari ed involontari.

Ricordo che da bambino amavo costruire. Quell’incastro perfetto che pezzo dopo pezzo mi consentiva di creare composizioni, muri e case, mi dava una sensazione di conforto. Ogni elemento veniva su come naturalmente una volta avviato il processo. Sentivo come un calore dentro al petto che ancora oggi, in alcuni momenti, ritorna come un riflesso involontario. I muri sono elementi che ci si ritrova intorno in ogni istante. Sono il completamento di una casa una volta strutturate le fondamenta. Sono rifugi e ci si può scrivere sopra. Sui muri ci si può appoggiare a riflettere, a piangere, danno riposo e riparo dal vento. Sono semplici ma efficaci perché composti da elementi solidi messi insieme, pezzo dopo pezzo.

Non sempre ci si rende conto del risultato finale quando si costruisce. Se ancora oggi, da adulti, si prova ad utilizzare il gioco delle costruzioni, questa caratteristica emerge molto chiaramente. E’ come un processo di meditazione. Si inizia, ci si concentra sulla composizione escludendo tutto il mondo che c’è all’esterno e si entra nel flusso. Il risultato finale può però essere anche molto diverso da ciò che ci si era ripromessi di creare.

Le parole sono come mattoncini Lego, le percepisco più o meno così. Si utilizzano per costruire rapporti, per comunicare, non sempre ne abbiamo il controllo e come per le costruzioni, a volte il risultato finale non corrisponde esattamente al progetto che si aveva in mente. Possono essere utilizzate per creare confronti ma hanno la peculiarità anche di realizzare imponenti muri, di isolare, diventare gli elementi di un fortino inespugnabile. Ed in questo processo di composizione, ogni singolo pezzo ha una importanza fondamentale.

Perché magari se un piccolo mattone non viene posizionato in mezzo a tutto il resto, crea una finestra sul mondo al di là del muro, come a volte una parola non detta può evitare uno scontro. Le parole possono anche essere singoli elementi che costruiscono un ponte colorato, nonostante in precedenza si sia realizzato un muro. Sono i mattoncini Lego che ci portiamo dappresso ogni singolo giorno. Se si impara nel tempo ad utilizzarle, con consapevolezza e voglia di costruire, possono cambiare l’ambiente in cui viviamo, possono influire sugli altri.

Un libro che può ispirare e di certo far comprendere meglio è : “Le Parole sono finestre (oppure muri)” ed Esserci. Un vero e proprio Manuela di comunicazione non violenta.

Al prossimo Post.

Guglielmo Margio.

Foto dal sito Unsplash.com

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. alemarcotti ha detto:

    Vero…. Ogni singolo pezzo ha importanza fondamentale.. 😊

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    1. Guglielmo Margio ha detto:

      Grazie mille per il tuo commento 👋😁

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