Il Postino di Van Gogh

Siamo Protagonisti di un Progetto che non sempre si conosce…non del tutto.

Inconsapevoli. Questo si è nella maggior parte dei casi. Non tanto perché incapaci di comprendere, ma in quanto inseriti in un contesto che è parte di un fenomeno in divenire più grande di quanto ci immaginiamo. Un pò come il Postino di Van Gogh.

Il pittore, durante la sua permanenza ad Arles, aveva stretto una grande amicizia con il postino della cittadina, che a sua volta ricambiava con grande simpatia e dedizione. Nonostante Vincent Van Gogh fosse visto dai più come stravagante e fuori dagli schemi, Joseph Roulin, così si chiamava l’ormai famoso smistatore di posta, ebbe un ruolo fondamentale anche durante la convalescenza dell’artista in seguito al taglio dell’orecchio. Insomma un uomo semplice, a cui non dispiacevano gli alcolici ma che era esempio di buon cuore e dedizione alla famiglia.

Van Gogh decise di dipingerne un ritratto che oggi è tra i più famosi e viene conservato nel Museum of Fine Arts di Boston. Joseph e Vincent, due persone del loro tempo, uno banalmente inserito nella vita locale di un piccolo paese, l’altro piovuto come da un cielo dai mille colori ed inconsapevole del posto che gli avrebbe riservato la storia. Nello sguardo del ritratto si nota chiaramente quanto poco fosse consapevole il protagonista di essere immortalato in una delle opere più importanti di Van Gogh. Inconsapevole…appunto.

Nel libro di Haruki Murakami “L’assassinio del commendatore” viene fatto un minimo accenno a questa storia. E’ interessante come venga sottolineato l’aspetto dell’essere, nostro malgrado, parte di uno schizzo che prende forma nel tempo come sotto lo sguardo di un pittore davanti ad una tela. Trovo che tutto ciò renda molto più affascinante lo scorrere delle giornate. L’avere la sensazione che in ogni momento si possa essere l’artista o la persona ritratta su una tela che un giorno apparterrà alla storia, rende la vita più interessante.

Ancora più essenziale può essere il comprendere che si possa essere artisti e modelli nello stesso momento. Pittori che ritraggono e modificano sulla base della propria creatività, che disegnano la vita intorno agli altri partendo dai propri colori interiori. Che immaginano sfumature diverse e mostrano la loro visione trovando magari spettatori che gradualmente apprezzano. Che cambiano insieme all’opera che stanno osservando. A volte invece si è modelli, in posa con la propria forza espressiva e la vita vissuta che traspare dallo sguardo, dai micro movimenti. Una folata di energia pura che influenza l’artista che sta creando sulla tela la propria opera.

Artisti, modelli, nella totale inconsapevolezza che l’opera che si sta venendo a creare sia magari un tassello di una storia ben più grande di quanto nel presente sia. La nostra esistenza può quindi essere paragonata ad un’opera d’arte? E’ eccessivo definirla così? Non credo.

L’arte è universale, ne esistono una moltitudine di forme che non sempre incontrano il gusto di tutti. Come ogni vita vissuta. A volte non piace nemmeno all’artista che l’ha concepita come non sempre a noi piace la nostra, di vita. Ma ogni istante può essere un colpo di spatola, una pennellata di colore nella vita di qualcun’altro. E non sempre è detto che non si faccia parte, inconsapevolmente, di un quadro destinato alla storia.

Come il nostro buon Joseph Roulin…

Al prossimo Post.

Guglielmo Margio

Fonte Info: Wikipedia

Foto dal Sito Unsplash.com

Grazie a Haruki Murakami, leggete l’ultimo libro “L’assassinio del Commendatore

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. giusymar ha detto:

    Bellissimo post, complimenti!
    L’Arte è davvero speciale.
    Ammirare certi quadri ti permette di sbirciare al di là. Non so dire esattamente al di là di cosa. Ma sicuramente al di fuori della mediocrità, al di fuori del nostro tempo.
    Oggi sono andata a vedere una mostra di Chagall. Un autore che non mi fa battere il cuore, in generale.
    Ma ad un certo punto c’era un quadro tutto blu con un gallo viola, un clown ed una sposa a cavallo che si guardavano innamorati, beh ecco… io non so spiegare ma il tempo si è fermato. Avrei voluto entrare nel quadro e sentire i profumi, le risate… avrei voluto far parte di quel momento.

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    1. Guglielmo Margio ha detto:

      … grazie mille. Bellissimo anche il tuo commento che conserverò con cura.

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