Corri Forrest…corri…

…per poi tornare al posto di partenza.

Foto dal sito Unsplash.com

Chi non ricorda la frase del film in cui il piccolo Forrest Gump viene invitato dalla sua amica a scappare? A correre via dal pericolo? Un grande atto di amore, di amicizia e di compassione, come solo i bambini sono capaci di fare. E Forrest Gump inizia a correre, e mai si ferma, sino a quando già adulto, nel bel mezzo di una strada deserta, seguito come un Guru, un illuminato, conclude la sua corsa nello stupore dei suoi adepti. Ed afferma : “Sono un pò stanchino”. Con quella semplicità e genuinità che ognuno di noi perde una volta che si lascia l’infanzia, nel medesimo modo in cui si è costretti ad abbandonare lo zaino pieno dei giochi più cari perché è il momento di andare alle medie…ma ancora non si è davvero pronti.

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E da quel momento si inizia a correre, proprio come Forrest Gump, si attraversano deserti, strade che si inerpicano, e discese che rinfrescano la fronte ricoperta di sudore. Momenti il cui il fiato manca, si pensa che non ce la si fa, sino a quando la stanchezza ci abbandona, cede il passo a nuova forza. Chi ama correre sa bene a cosa mi riferisco: una sorta di momento di rottura in cui il corpo da fragile si trasforma in invincibile. Adrenalina, droga naturale, chimica autoprodotta.

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Ma c’è un momento in cui, proprio come Forrest, con lo sguardo ci si gira intorno. Che ci sia il deserto che ci avvolge oppure una moltitudine di persone che affollano i perimetri della nostra visuale, ci si ferma. E’ un momento topico. E’ il momento in cui si comprende che tutto quel correre, quel vedere accavallarsi di immagini, luoghi, persone e cose, deve sedimentare. Fermarsi, attendere che il fiato si rimetta in linea con il proprio flusso naturale, con il ritmo del cammino lento.

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La chimica rientra nei parametri, lo sguardo non focalizza esclusivamente la linea della strada e l’obiettivo finale, ma abbraccia tutto il panorama. Immersi in noi stessi è il momento di rientrare lentamente e riposare. Permettersi di dire, gioire della fatto che finalmente ci si senta liberi di affermare, a bassa voce, proprio come Forrest : “Sono un pò stanchino”. E quindi, proprio come lui, tornare indietro, nonostante la moltitudine di chilometri percorsi, nonostante gli innumerevoli incontri avvenuti durante il nostro percorso.

Ritornare a riprendere quello zaino abbandonato molti chilometri indietro. E ricominciare a giocare, finalmente, con sé stessi e con tutti coloro che hanno fatto della nostra esistenza un luogo di amore, amicizia, compassione. Che un giorno ci hanno detto “corri!…corri…ma ricordati di tornare. Mi raccomando”.

Al prossimo Post.

Guglielmo Margio.

2 commenti Aggiungi il tuo

  1. wwayne ha detto:

    Tom Hanks ha spaccato anche in The Circle: l’hai visto?

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    1. Guglielmo Margio ha detto:

      No purtroppo non l’ho visto. Ma amo Tom Hanks come attore. In Cast Away e The Terminal è Stre-pi-to-so. Ciao Wayne!! 👋😉

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