Sono stato tante altre vite precedenti, nella medesima esistenza. Sono stato altro, sono stato oltre oppure indietro quelle che erano le mie ed altrui aspettative. Sono stato e sono, così come chiunque altro, molteplici persone, diversi colori di un arcobaleno interiore. Oggi sono il mio passo indietro.

Sono la mia posizione precedente, sono altro, sono oltre, sono contro la corrente. Un arretramento che ha comportato innanzitutto una azione precedente: il fermarsi. Se procedi in avanti non puoi effettuare azioni contrarie. E’ contro le leggi della fisica. E noi siamo fisica, siamo frullato di emozioni ed umori, emulsione, estratto a freddo di tatto, olfatto, vista e sussulti del cuore. Devi prima sostare, osservare e quindi procedere con il passo che ti fa arretrare rispetto alla condizione precedente. Ma cosa comporta un passo indietro?

Innanzitutto è necessario verificare se si è da soli nel percorso oppure affiancati da altri viaggiatori. In questo caso la prima reazione degli “avanzatori” sarà quella di stupore già al tuo fermarti. Si volteranno indietro aspettandosi un tuo cenno di movimento…ma tu niente, nessun muscolo che faccia percepire anche il pur minimo sussulto. Quindi procederanno parlando tra loro, commentando con espressioni tra lo stupore ed il sarcasmo. Qualcuno inciamperà nell’osservarti, perché non potendosi mai fermare, sarà costretto a voltarsi per guardare. Io aspetto che passi avanti l’ondata dei viaggiatori senza sosta e quindi provo a godermi il solo fatto di aver messo in pausa in mio procedere. “Stand By”, traduzione : stare là. Stare fermi in un punto in attesa di una azione successiva.

E l’azione arriva, la sento nelle gambe quasi come fosse un riflesso condizionato da quella precedente. Quindi ecco che arriva il passo indietro. Considerata l’età serve a vedere meglio. Chissà, forse è proprio per questo che superati i quarant’anni, per leggere meglio i dettagli di qualcosa, bisogna allontanarsi…fare appunto un passo indietro. Ecco quindi che il mio passo sortisce gli effetti desiderati. All’inizio la mia mente continuava a scorrere in avanti, così abituata, così influenzata da quanto sempre fatto in passato. Adesso è l’attimo giusto. Il passo indietro mi fa mettere a fuoco, incendiare i pregiudizi su me stesso, incenerire le false aspettative, bruciare ogni caloria di egocentrismo superfluo accumulatosi negli anni.

Sono il mio passo indietro, l’ho compiuto con convinzione perché il testo che avevo davanti risultava sfocato, confuso, lettere alla rinfusa che rendevano incomprensibile la conclusione del capitolo del libro. Volevo aprire un capitolo nuovo, scoprire le pagine successive perché sentivo che ci sarebbe stata una evoluzione nella storia, un colpo di scena. Dovevo fermarmi è l’ho fatto. In questo momento però non sono classificabile: non sono la persona che ero prima, non il frullato, il mix, l’estrazione a freddo già gustata in precedenza. E non so che tipo di colori sarò in futuro.
Sono solo il mio passo indietro.
Al prossimo Post.
Guglielmo Margio
Le cose importanti vanno sempre guardate dalla giusta distanza…
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